i musicanti di Brema: gatto, asino, mucca e cane che suonano, Coccole Sonore

I musicanti di Brema – Storie per bambini

Meno conosciuta, ma ricca di significati la fiaba dei fratelli Grimm, I musicanti di Brema. Racconta la storia di quattro animali: un asino, un cane, un gatto e un gallo che si ritrovano complici in un’emozionante avventura che cambierà completamente le sorti del loro destino.
Leggete insieme ai vostri bambini la fiaba I musicanti di Brema. Il nostro adattamento alla storia (abbiamo aggiunto una mucca tra gli animali) si presta a diventare anche un bel gioco di gruppo facendo interpretare ai bambini le parti dei vari protagonisti. Buon divertimento!

C’era una volta…

in un piccolo villaggio a ridosso della Foresta Nera, una coppia di sposi anziani chiamati Fritz e Frida che passavano molto del loro tempo ad accudire tutti gli animali che possedevano e a bisticciare. L’ultima discussione che avevano avuto, si era svolta più o meno così:
“È ora di vendere quel vecchio asino che continui a tenere nella stalla; è vecchio e non serve più a nulla; mentre con i soldi che ne ricaveremmo, potremo comprare un aratro quasi nuovo”
“Ma, Frida, ci ha servito lealmente tutta la vita. Venderlo al mercato vuol dire condannarlo a morte. Ed io non me la sento!” ribatté il contadino accarezzando il collo del suo fedele asinello.
“Non mi interessa nulla di cosa ti senti o meno, Fritz. Domani lo venderai al mercato, o non ripresentarti più in questa casa!!” Il giorno dopo il contadino e l’asino si incamminarono sconsolati sulla strada che portava al paese. Fritz chiacchierava tra sé e sé:
“Non posso permettere che facciano un tamburo con il mio asinello; ha trascinato pesi e ceste; ha caricato me e mia moglie e ha sempre tirato con prudenza il nostro carretto. D’altra parte non posso nemmeno tornare a casa senza monete, se no Frida chi la sente…Ma io, che sono proprio furbo, ho preso da casa queste monete che avevamo da parte e sai cosa farò?” rivolgendosi al somarello: “Preferisco lasciarti qui sperando che te la possa cavare da solo, piuttosto che portarti a morte certa. A Frida dirò che queste monete sono il ricavato della vendita. Abbi cura di te, Peppo caro e grazie di tutto”.
E asciugandosi una lacrima se ne andò. Il povero asino cominciò a ragliare triste e sconsolato e man mano che ragliava si accorse che la sua voce era ancora squillante e potente. Allora decise: “Non potrò più portare pesi sulle spalle, ma senti che fiato… Andrò a Brema dove c’è‚ la famosa banda e chiederò se c’è‚ un posto anche per me!”

Fiero della sua splendida idea, si avviò verso Brema. Camminò per lungo tempo; ad un tratto sentì un lamento provenire da dietro un cespuglio.
“Povero me, povero me, che farò adesso?”
“Ehi cagnetto, perché ti lamenti così?”
“Perché‚ sono vecchio e non sono più bravo come una volta a fare la guardia. I miei padroni mi hanno cacciato via e sostituito con uno più giovane. E adesso io non so dove andare e che fare. Povero me, povero me..”
“A me è accaduto lo stesso; possiamo darci la zampa… Io però invece di piangere, vado a Brema a fare il musicante; se non riuscissi a cantare potrei sempre suonare io il tamburo…Tu come te la cavi con la musica?”
“Io??” rispose il cane: “Abbaio forte, mi conoscono in tutto il circondario, io e te potremmo fare un duetto, oppure potrei sempre suonare il pianoforte a… quattro zampe!!! Ah,ah,ah”
“Affare fatto!” concluse allora Peppo.
E proseguirono insieme. Non avevano ancora coperto molte miglia che si trovarono di fronte un vecchio gatto magro e spelacchiato che cercava di asciugare le lacrime che gli scendevano sul musino.
“Ti è forse sfuggito un topo che te ne stai lì tutto triste?” chiese Gigio il cane.
“Come posso essere di buon umore? sbottò il gatto con un lungo miagolio. “Siccome sono vecchio e non riesco più a catturare i topi, la mia padrona ha cercato di affogarmi… Prima tutta coccole e poi… Ma io sono stato più lesto di lei e sono riuscito a scappare. Che padrona ingrata! Ora sono vivo sì, ma non ho più né casa né cibo!”
“Mal comune mezzo gaudio” replicò l’asinello. “Noi stiamo andando a Brema a fare i musicanti e credo che tu di serenate notturne te ne intenda, dai vieni con noi!”
“Magnifica proposta!”
Miagolò il gatto e si unì al cane e all’asino sulla strada per Brema. Verso sera arrivarono vicino ad una fattoria dove un galletto tutto impettito cantava a squarciagola.
“Che ti venga il mal di gola!” sbottò il cane: “Che hai da urlare così a quest’ora del giorno?”
“Canto per farmi coraggio”, rispose il gallo. “Domani è festa, io ormai sono vecchio e i miei padroni mi bolliranno in pentola. Chicchirichììì!”

“Oh,oh‚ che ne dici se invece di finire bollito vieni con noi a Brema? Abbiamo bisogno di una tromba!”

“A Brema a fare che?” chiese stupito il galletto.
“A far fortuna con la musica”, miagolò il gatto.
“ Allora che fai?”, rincarò il cane.
“Accetto la proposta!” concluse il gallo che non era stupido e preferiva questa avventura a quella del pentolone. Si erano appena messi in viaggio, quando vennero di nuovo fermati da una mucca che li rincorreva e gridava loro:
“Ho sentito tutto! Aspettatemi, vengo con voi… così il macellaio non mi farà a fette!!”
“Vieni amica, faremo fortuna. Il tuo timbro cupo era proprio quello che ci mancava!” le rispose l’asino.
Ma la città di Brema era ancora molto lontana ed una giornata di cammino non bastò ai nostri amici per raggiungerla. Così decisero di trascorrere la notte nel bosco. Il gatto  avvistò una luce poco lontano.
“Andiamo a vedere se possiamo accomodarci”, suggerì l’asino.
“Staremo più caldi che non all’aperto!” sottolineò la mucca.
E si misero in marcia verso quel lume poco lontano, che altri non era che una grossa casa un po’ sperduta, dove vivevano dei briganti. Peppo, che era il più alto, si avvicinò alla finestra per cercare di guardare all’interno, mentre tutti gli altri aspettavano impazienti…
“Cosa vedi?” chiese il gallo.
“C’è una tavola imbandita, con tanto cibo e vino a volontà… Il fuoco scoppietta nel camino e quattro signori se la godono!”
“Come potremmo chiedere a quei signori di farci entrare?” chiese il gatto.
“Io un’idea ce l’avrei!” affermò la mucca con aria furbetta… “Se facessimo qui il nostro primo concerto, loro ce ne sarebbero così grati che ci offrirebbero ospitalità…!”
“Giusto!” ribadì il cane. “Se Peppo sale con le zampe sul davanzale, io gli salterò sul dorso, il gatto su di me, il gallo volerà intorno e tu, mucca, muggirai con tutto il fiato che hai!”
E così fecero. Quando furono tutti in posizione, gli animali si misero a cantare tutti insieme: ragli, ululati, miagolii, muggiti e tanti chicchirichì riempirono l’aria in modo così assordante come non si era mai sentito prima nella valle. I briganti, sentendo tutto quel fracasso, si spaventarono da morire e fuggirono via, convinti che qualcuno fosse venuto a punirli.

“Aiuto, ci hanno scoperto!”, urlò uno dei briganti.

“Sembrano grida dall’aldilà”, aggiunse un secondo brigante.
“Chiunque sia, sarà meglio squagliarcela, scappiamo!”, riprese il primo.
Così i cinque animali, un po’ meravigliati dalla fuga dei banditi, entrarono in casa e si misero a tavola.
“Avete visto che ospitalità…!” Commentò masticando il gatto.
“Non hanno neanche aspettato che li ringraziassimo!”, continuò l’asino.
“Abbiamo fatto un grosso effetto, un vero successo”, aggiunse il cane.
“E pensare che è solo il nostro primo concerto…”, disse la mucca.
E continuarono così a chiacchierare allegramente mentre assaggiavano tutte le delizie della tavola apparecchiata.
Terminata la cena, gli amici si diedero la buonanotte e ognuno si trovò un angolino tranquillo per dormire. Il gatto si mise accanto al camino; il cane si accovacciò dietro la porta; il gallo si sistemò su un trave del soffitto; la mucca e l’asinello andarono all’aperto accanto alla finestra, proprio vicino ad un caldo mucchio di fieno.
Siccome erano tutti stanchi non ci misero molto ad addormentarsi profondamente. Nel frattempo i briganti, che si erano ripresi dallo spavento, si riavvicinarono alla loro casetta tornata apparentemente tranquilla.
“Certo che non abbiamo fatto una gran bella figura!”, commentò uno dei banditi.
“E poi io non ho ancora finito il mio pezzo d’arrosto”, lo seguì l’altro bandito.
“Giusto!”, rincarò il capo della banda, “Allora andrai proprio tu a controllare cosa succede.”
Il malcapitato, ancora tremante di paura, si avvicinò alla casa di soppiatto e sentendo tanto silenzio, decise di entrare. All’interno era tutto buio, perciò il brigante si avvicinò al camino per accendere un lume, ma il gatto sentendo un rumore sospetto, si destò all’improvviso e cominciò a soffiare e graffiare. Il brigante terrorizzato, corse verso la porta per fuggire, ma così facendo pestò la coda del cane che in risposta gli morse il polpaccio; non sapendo più dove rifugiarsi l’uomo si gettò dalla finestra e finì sul dorso della mucca e dell’asino che gli fecero assaggiare zoccoli e corna! Tutto questo mentre il gallo strillava dall’alto del trave.

Il povero brigante spaventato e senza fiato, raggiunse il resto della banda:

“Allora?!”, gli chiesero come lo videro arrivare.
“Scappiamo scappiamo!”, urlava il bandito. “Nella casa c’è una strega che mi ha soffiato e mi ha graffiato tutta la faccia. Sulla porta poi una guardia mi ha afferrato per il polpaccio e alla finestra c’erano due fantasmi che hanno cercato di catturarmi. Sul tetto c’era anche uno spirito maligno che urlava a perdifiato! Non c’è più posto per noi lì! Fuggiamo finché siamo in tempo!!”
I nostri amici, che avevano seguito l’intruso nel bosco, avevano sentito tutto e ridevano canzonando i malcapitati delinquenti: forse la loro musica non era stata troppo notata, ma che magnifico risultato avevano ottenuto! Decisero di stabilirsi nella casa ora disabitata, per vivere tranquilli gli anni a venire. E il sogno della banda?! La città di Brema, liberata per sempre dalle scorrerie dei quattro briganti, premiò i cinque animali facendoli diventare musicanti onorari della città e, ancora oggi, se vi recate da quelle parti sentirete parlare dei magnifici concerti tenuti dai nostri coraggiosi amici.