neonato che dorme con braccia intorno alla testa

Arrivo del bebè: come sopravvivere alle nottatacce

Ci sono alcuni punti dolenti riguardo alle nottatacce che si passano in seguito all’arrivo di un bebè, che vorrei discutere con voi. Questioni spinose che mi hanno sempre fatto saltare la mosca al naso:


1 – L’insonnia nella neomamma

Non me ne parlate, per favore. Ho sentito persone dire che i genitori di neonati soffrono d’insonnia. Vi garantisco che il genitore dormirebbe ininterrottamente e saporitamente tutta notte se solo la piccola creatura, perennemente affamata, non contribuisse a creare il somnus interruptus, detto anche a singhiozzo. L’insonnia ti viene dopo mesi di continui risvegli notturni: a un certo punto i tuoi figli dormiranno tutta notte ma ormai il tuo ritmo sonno-veglia se ne è andato a farsi friggere.


2 – “Sai? Già dal primo giorno a casa, il mio Gigino mi dormiva tutta la notte!”

La mamma genio del male non manca mai all’appello, né si risparmia queste frasi che dopo averle sentite, la catena del tuo dna si intreccia improvvisamente con quella di un serial killer. Ma lei forse pensa che le occhiaie che mi ritrovo siano il nuovo trend del migliore make-up artist. Se le dico che non chiudo occhio da sei mesi non è una metafora.


3 – La mamma che, anche se svegliata dal bebè ogni ora della notte, ha energia da vendere.

La sua presenza di spirito e forza di sorridere affrontando le giornate come niente fosse è da Guinnes dei Primati. Lei, di fronte al tuo cervello attivo come un transistor bruciato nel 1987 e i riflessi pronti come uno zombie con la sciatica, non mostra un briciolo di compassione, anzi, ti lascia intendere che sei un fallimento di mamma perché la mattina sembri un personaggio di Guernica piuttosto che una Venere del Botticelli come lei.


Ecco, giusto per capirci: tre tipologie di persone da evitare come uno sciame di zanzare digiuno da due anni. Diciamoci la verità, le notti con un bambino piccolo possono essere dolorosamente lunghe e le giornate tremendamente faticose. Divori informazioni prese su internet e in libri di puericultura a proposito dei metodi per far dormire tuo figlio, ma sembra che funzioni con tutti tranne che con te e ti senti persa. OK. Respira a fondo e ascoltami. Non sei sola. Capita a tantissimi genitori e non c’è nulla di irrimediabile. La maggior parte dei neonati non ha un concetto chiaro dell’alternarsi del giorno e della notte, con totale mancanza di pietà per la salute mentale di mamma e papà. Non lo fanno apposta, ovvio, e non ci puoi fare molto. Quando però saranno adolescenti e torneranno all’alba dalla discoteca, avrai ogni diritto di cominciare a passare l’aspirapolvere alle 7 del mattino. La vendetta è un piatto da assaporare freddo, dicono.

Ogni bimbo è diverso: alcuni hanno solo bisogno di essere allattati e cambiati, altri necessitano la vicinanza della mamma, anche se sembra non ne abbiano un bisogno concreto. Secondo me, i punti fondamentali su cui un genitore dovrebbe focalizzarsi sono:

1 – Fatti dare il cambio dal tuo compagno/a o da chi può condividere le nottatacce con te.

Ovvio, l’allattamento al seno è principalmente sulle spalle (anzi, sul petto) della mamma, ciò non toglie che il papà, o chi per lui, possa accollarsi qualche ora di veglia, offrendo il latte che ti sei tirata in precedenza. L’aiuto dovrebbe continuare anche di giorno, così come dovrebbero essere eliminate dalla lista d’impegni tutte le cose che non sono strettamente necessarie, tipo respirare. Il resto può aspettare tempi migliori.
Con il passare dei mesi il sonno diventa regolare per la maggior parte dei bambini: applicare un metodo di controllo del pianto (come il dibattutissimo metodo Estivill) prima dei 6 mesi non dà grandi risultati. Spesso il bimbo ha solo bisogno di sentire il contatto fisico che ha sperimentato in modo costante durante il suo soggiorno nel grembo materno e che per qualche misterioso motivo è scomparso dopo l’entrata piuttosto traumatica nel mondo.


2 – Co-sleeping o stanza separata sono entrambe decisioni validissime.

I pro e i contro di entrambe si controbilanciano e a mio parere è solo la decisione dei genitori a fare la differenza. Sei felice di dividere il letto con tuo figlio per poter riuscire a dormire? Ottimo! Non ti pesa eccessivamente alzarti ogni volta che urla? Fantastico!

Tutto quello che rende la famiglia felice è la soluzione giusta. No, aspetta. Non ho detto che passare il pargolo sul gas sia una delle soluzioni contemplate per ottenere la serenità della famiglia!