Cappuccetto Rosso – Storie per bambini
Tante sono le varianti di “Cappuccetto Rosso“, una delle fiabe europee più popolari al mondo. Note le versioni di Charles Perrault del 1697 e dei fratelli Grimm del 1857. In questo articolo vi proponiamo un nostro adattamento di “Cappuccetto Rosso”. Buon divertimento!
Leggiamo insieme…
In una radura, al limitare del bosco, vivevano in una piccola casetta bianca una bella bambina e la sua mamma. La bambina era molto graziosa con gli occhi azzurri come il cielo e i capelli biondi tutti riccioluti. Nessuno si ricordava il suo vero nome, perché, da quando la sua adorata nonna le aveva regalato una mantellina, con un bel cappuccio rosso, era stata ribattezzata da tutti Cappuccetto Rosso.
Un giorno, mentre la mamma di Cappuccetto stava preparando una bella crostata, venne a bussare un coniglietto bianco. “Cosa posso fare per te?” chiese premurosa la donna. “Vengo per portarle un messaggio della sua mamma, la poverina è molto raffreddata e oggi non si alzerà dal letto, mi ha chiesto di domandarvi se potete portarle qualcosa per il pranzo”. La mamma di Cappuccetto si rattristò per la notizia sulla cattiva salute della madre e chiamò in cucina la sua bambina.
“Cara bambina mia, dovrai rimanere per un po’ da sola oggi in casa, perché devo andare a trovare la tua nonna che è a letto malata.” “Oh povera nonna, posso andare io trovarla e a portarle quelle cose buone che lei hai preparato?” disse Cappuccetto che era tanto affezionata alla sua nonnina. “No Cappuccetto, assolutamente no, il bosco è un luogo troppo pericoloso per una bambina come te, a quest’ora si aggira sempre un lupo famelico, che se incontra i bimbi da soli, se li mangia in un sol boccone.”
“Mamma, per favore, lasciami andare dalla nonna, ti prometto che non abbandonerò il sentiero, andrò svelta svelta e tornerò prima che faccia buio.” “Ma, me lo prometti, Cappuccetto Rosso, starai attenta e farai la brava?” “Sì, mammina, te lo prometto.” Così Cappuccetto Rosso si infilò la sua bella mantellina rossa, prese il paniere dove la sua mamma aveva sistemato la crostata di frutta, delle buone focacce e un vasetto di miele, e si incamminò, quindi, verso la casa della nonna.
Era una bella giornata, gli uccellini cinguettavano ovunque, le api ronzavano sui fiori e le bestioline del bosco facevano capolino per salutare la bella bambina. Durante il suo cammino Cappuccetto Rosso trovò delle squisite fragoline e cominciò a raccoglierle perché sapeva che alla nonna piacevano tanto, ma, cogli una fragolina qui e poi un’altra là, il tempo volò via senza che la piccina se ne rendesse conto. A un tratto un rumore si levò da dietro gli alberi, era il lupo che aveva sentito l’odore della piccola Cappuccetto Rosso.
“Ma dove te ne vai tutta sola bella bambina a quest’ora e nel bosco?” Cappuccetto Rosso cominciò a tremare come una foglia, aveva sentito delle storie spaventose su questo lupo. “Eh, vede signor lupo, io sto andando a fare visita alla mia nonna che abita qui nel bosco e che è tanto malata, vede le porto il miele e le focaccine che ha fatto la mia mamma.” “Mmh, che brava e premurosa bambina che sei, vai cara, sennò farai aspettare la tua nonna”.
Cappuccetto Rosso si rimise in cammino velocemente, non riusciva a credere che il lupo non avesse provato neanche a farle del male, ma in realtà, il lupo non era improvvisamente diventato buono, semplicemente aveva deciso che, oltre alla bambina, avrebbe aggiunto al suo pasto anche la nonna.
Infatti, lesto lesto, corse alla casa della vecchina e, senza farsi vedere da nessuno, entrò dalla porta, si avvicinò alla camera dove la nonnina riposava, le saltò addosso e… gnamm, se la mangiò in un sol boccone. Poi, con tutta calma, si infilò la cuffia della nonna, il suo scialle e si mise ad aspettare Cappuccetto Rosso sotto le coperte.
Era quasi buio quando la bambina raggiunse la casa della nonna. “Chi è?” disse il lupo. “Sono Cappuccetto Rosso, nonna, posso entrare?” “Entra pure, la porta è aperta.” La bambina si diresse verso la camera della nonna e si avvicinò al letto e si accorse subito che l’aspetto della nonna era cambiato molto da quando si era ammalata.
“Oh, come sei diversa cara nonnina, che occhi grandi che hai!” “Sono così grandi per vederti meglio, nipotina mia” rispose il lupo, cercando di imitare la vecchina. “E le tue orecchie, nonnina, come sono diventate grandi!” “Sono così grandi per ascoltare meglio la tua voce, tesoro mio.” “Nonnina, che braccia lunghe che hai!” “Per abbracciarti meglio, cara Cappuccetto.” “E come è diventata grande la tua bocca, nonnina cara!” “E’ così grande per mangiarti meglio!” urlò il lupo, che si avventò sulla povera Cappuccetto Rosso e se la mangiò.
Dopo questo bel pranzetto, al lupo non restava altro che schiacciare un pisolino e così fece. Intanto la mamma di Cappuccetto Rosso era sempre più in pena, ormai era buio e la bambina non era ancora tornata a casa. Allora andò a chiamare un suo vicino che era un gran cacciatore e gli chiese se poteva andare nel bosco a cercare la sua piccina.
Il cacciatore incominciò la ricerca, attraversò tutto il bosco e arrivò alla casa della nonna, sbirciò dalle finestre e chi vide dentro il letto che dormiva placido placido? Il terribile lupo che da anni spaventava tutti gli abitanti della zona, allora il cacciatore afferrò il suo fucile, prese la mira e… pam.
Il lupo, in un attimo, fu ucciso. Mentre si avvicinava al corpo dell’animale, al cacciatore sembrava di sentire come delle voci che arrivavano da molto lontano. “Aiuto, siamo qui, dentro alla pancia del lupo.” E sì, perché il lupo dalla gran fretta aveva ingoiato la nonna e Cappuccetto Rosso senza masticarle e loro erano vive e vegete nella sua pancia.
Il cacciatore, quindi, prese il coltello, aprì la pancia del lupo e fece uscire la povera nonna e la nipotina. Entrambe ringraziarono di cuore il cacciatore che aveva loro salvato la vita, avevano vissuto proprio una brutta avventura. E ben presto tutto il paese ne venne a conoscenza e tutti si rallegrarono sapendo che il feroce lupo non avrebbe più fatto male a nessuno.