Il lupo e i sette capretti, Coccole Sonore

Il lupo e i sette capretti – Storie per bambini

La tradizionale fiaba dei fratelli Grimm, “Il lupo e i sette capretti“, racconta la storia di sette capretti che, nonostante tutte le raccomandazioni di Mamma Capra, si trovano faccia a faccia con il lupo… Se la caveranno? Leggete ai vostri bambini il nostro adattamento dell’emozionante fiaba, “Il lupo e i sette capretti”, per scoprire come si sviluppa la vicenda e quale sarà il finale. Buon divertimento!

In una piccola casa al limitare del grande bosco,

viveva Mamma Capra con i suoi sette capretti. Essa li accudiva e si preoccupava per loro proprio come ogni mamma fa per i suoi figlioli. Un giorno, dovendo andare nel bosco a fare provvista di erba, li chiamò intorno a sé.

“Miei piccolini, io vado nel bosco e starò via tutto il giorno. È necessario raccogliere tanta erba velocemente, per cui sono costretta a lasciarvi soli a casa. Mi raccomando state attenti al lupo: ha una bocca così grande da potervi mangiare tutti. Se bussano alla porta, voi non aprite e ricordate che il lupo ha le zampe nere e la voce roca; quindi non lasciatevi ingannare. Io tornerò prima possibile.”

E così dicendo scappò via. Ma aveva fatto pochi passi che incontrò una sua amica, la capra Nella che passava tutta la giornata a chiacchierare con gli animali che incontrava.

“Finalmente ci vediamo dopo tanto tempo! Ne ho di cose da raccontarti. Sai cosa è successo alla capra Giacinta? Dicono che…”
“Scusa amica mia…” la interruppe subito Mamma Capra “Non posso stare a parlare con te. Ho lasciato i miei sette capretti soli a casa ed io devo stare tutto il giorno nel bosco per raccogliere erba. Non vorrei che il lupo passasse vicino a casa nostra e spaventasse i miei capretti. Scusa, scappo via”.

E Mamma Capra lasciò la sua amica Nella, sola e un po’ seccata per non avere potuto fare una bella chiacchierata. Ma nessuna delle due si era accorta che dentro un tronco cavo  era ben nascosto il lupo che aveva sentito la conversazione.

“Ecco qua una notizia meravigliosa. Sette teneri capretti soli in casa che aspettano solo di essere mangiati dal sottoscritto. Potevo anche mangiarmi le due capre, ma perché  perdere tempo ed energia? Meglio andare subito alla capanna dei capretti… Loro sono giovani ed inesperti e sarà un giochetto acciuffarli. Devo solo inventare un piano per non lasciarne fuggire nemmeno uno… Ho trovato! Busserò, dirò che sono la loro mamma e loro mi faranno entrare. Così potrò sprangare la porta e mangiarmeli con calma uno per uno. Ho delle trovate veramente magnifiche…che pasto da re mi attende!”

Arrivò ben presto alla capanna dei capretti;

i sette fratellini stavano giocando dentro casa con la porta chiusa, quando udirono bussare. Toc, toc, toc “Caprettini sono la mamma… Presto venitemi ad aprire che sono carica di erba pesante…”
“No…no… Non puoi essere la nostra mamma… Hai una voce troppo roca…”       
“La nostra mamma ha una voce dolcissima.Tu sei il lupo. Vattene!”

Il lupo, arrabbiato per l’imprevisto, corse allora dal fornaio. Si fece dare un grosso pezzo di dolce e, dopo averlo mangiato, tornò alla capanna dei capretti e disse con voce dolcissima:
“Aprite caprettini, la mamma è tornata. Ho portato anche un regalo per ognuno di voi. Lesti, lesti, venite fra le braccia della vostra mamma!”
“Ehi fratelli, questa è davvero la mamma. Corriamo ad aprire!”         
“Ma io…direi… Facciamoci mostrare le zampe… Ricordate voce roca e zampe nere…”                 
“Giusto. Mammina… Facci vedere le tue zampine!”   

Preso dalla fretta di mangiare e senza riflettere, il lupo fece subito dondolare la zampa dietro il vetro della finestra, scatenando le grida di scherno dei capretti.                              
“Ah no, tu non sei la mamma! Lei non ha le zampe nere.”
“Tu sei il lupo… E noi…”
“Non ti apriremo!!! Ah, ah, ah.”
“Sono stato ingannato ancora, ma se credono che mi dia per vinto, si sbagliano di grosso, quei piccoli sbruffoni. Sarà un piacere mangiarmeli.”

E così dicendo corse dal mugnaio a rubare della farina. Con questa, si imbiancò tutte le grosse zampe e tornò alla casa dei capretti.
“Aprite figlioli, la mamma è tornata!”
E appoggiò  le zampe bianche sul davanzale della finestra, riuscendo così ad ingannare i sette capretti che corsero ad aprire la porta al lupo. Questi entrò come una furia e…

 

“Aiuto… È il lupo… Scappiamo…

Io vado sotto il tavolo… Io dentro l’armadio… Io nel cesto della legna… Io dietro la porta… Io dentro il camino… Io nell’acquaio… Io dentro l’orologio a pendolo!”
Ma il lupo, sprangata la porta, cominciò a cercarli e a mangiarli uno ad uno.

“Sì, sì nascondetevi così sarà più divertente mangiarvi! Vi troverò sotto il tavolo… Aaamm… Nell’acquaio, gnam!… Nel camino, bello caldo, gnamm! Il quarto dietro la porta… Aammm… Il quinto dentro l’armadio, gnam… Il sesto nel cesto della legna… Posto originale… Gnamm e il settimo? Dov’è il settimo? Questo proprio non riesco a trovarlo. Va bene, non importa. Mi contenterò dei suoi sei fratellini. Ed ora dopo questo pranzetto, ci vuole proprio una bella dormita. Ah… Mi sdraierò al fresco sotto quell’albero bello fronzuto!”

Il lupo si addormentò immediatamente. Al tramonto, quando Mamma Capra tornò dal bosco, trovò la casa vuota ed in disordine, ma soprattutto i suoi figlioli non rispondevano e c’era silenzio dappertutto.
“Figli miei… Dove siete? Venite fuori… Sono tornata!”
“Mamma… Sono dentro la cassa dell’orologio. Tirami fuori… Aiuto!”

Il capretto più piccolo era riuscito a salvarsi perché il lupo non aveva guardato nell’orologio. Raccontò tutto alla sua mamma e decisero di andare a cercare il lupaccio.
“Se è andata come penso, il lupo ha mangiato i miei cuccioli senza neanche  masticare e  forse, grazie alla sua voracità, potremo salvare i tuoi fratellini. Ah, eccolo, il lupo che dorme della grossa… Che pancia gonfia… Corri piccolino, va a prendere ago, filo e forbici e torna più in fretta che puoi!!!”
“Vado e torno mammina.”
“Poveri figli miei, che brutta esperienza! Ma almeno sono ancora vivi. Il lupo è stato troppo ingordo e questa sarà la loro salvezza. E così caro lupo, a noi due!”
“Eccomi, ho portato tutto! Ma cosa vuoi fare mammina?”
“Vedi, taglio la pancia del lupo… Piano piano, perché se no si sveglia… Via figli miei uscite”
“Mammina…”
“Grazie.”
“Fate piano… Sshh… Ci siete tutti? E ora correte via a raccogliere quei grossi sassi in riva al fiume e portateli qui più in fretta che potete. Ma fate piano mi raccomando…non svegliamo il lupo!

L’idea di Mamma Capra

era di riempire la pancia del lupo con delle pietre pesanti, poi di ricucire il taglio e di andare a nascondersi con i suoi figlioli per godersi lo spettacolo. E così  fece. Dopo poco tempo il lupo si svegliò.

“Ah, come mi sento lo stomaco pesante. Questi sei capretti sono difficili da digerire. Fortuna che non ho trovato anche il settimo, altrimenti mi sarei sentito ancora peggio. Vado a bere al ruscello… Forse un po’ d’acqua mi aiuterà… Forza… Mi alzo… Op…Laaa… Come pesa la  pancia… Se avessi saputo che i capretti più sono piccoli, più sono indigesti, avrei mangiato le due vecchie capre… Ah una bella bevuta… Oh… Ma aiuto… Casco!!!”

Il peso dei sassi, che il lupo aveva in pancia, fece perdere l’equilibrio al lupo che precipitò nel ruscello proprio dove l’acqua era più profonda, le pietre fecero il resto e lo trascinarono a fondo.
“Il lupo è morto!!!”
“Brava mamma!!!”
“Non dobbiamo più avere paura! Evviva!!!”