la sirenetta in fondo al mare con altri pesci, Coccole Sonore

La sirenetta – Storie per bambini

La sirenetta” è una delle fiabe più conosciute dello scrittore danese Hans Christian Andersen, pubblicata nel 1837. In Danimarca, “La sirenetta” è una delle opere più amate dell’autore tanto da dedicare, alla protagonista, la statua in bronzo situata all’ingresso del porto di Copenaghen.
Leggete ai vostri bambini la nostra versione de “La sirenetta”, magari sognando l’avventura di una gita al mare o ricordando una bella vacanza trascorsa tra giochi in spiaggia e tuffi tra le onde marine…
Buon divertimento!

Leggiamo la storia…

Tanto tempo fa nelle profondità marine, vicino alla più bella barriera corallina, viveva il misterioso popolo del mare, un popolo nobile e pacifico di grande cultura. Il popolo del mare era molto simile a noi umani, l’unica differenza è che al posto delle gambe avevano delle bellissime e variopinte pinne che gli permettevano di nuotare velocemente.
La loro vita si svolgeva intorno al maestoso palazzo del sovrano Re Tritone, un sovrano molto saggio, rispettato ed amato dai suoi sudditi. Il re aveva sei bellissime figlie, tutte sirene: le prime cinque erano felici di vivere in mare, mentre la più giovane avrebbe voluto conoscere il mondo degli umani.

Per il popolo del mare gli umani erano un grande mistero, non riuscivano a comprendere come potessero stare in piedi sulle gambe e vivere fuori dall’acqua. Come tutti i  misteri, destavano anche curiosità ed ammirazione, soprattutto per i giovani abitanti delle profondità marine. La legge del Re tritone, permetteva solo una volta nella vita di soddisfare le curiosità sugli umani. Il giorno del compimento del 18° compleanno i giovani potevano salire in superficie e conoscere il mondo fuori dall’acqua, era arrivato il magico momento anche per la più giovane figlia del re.

Ariel, aveva ascoltato con trepidazione i racconti delle sue sorelle: la prima aveva assistito ad una festa in riva al mare, la seconda aveva visto due giovani che si sposavano su una nave, la terza era salita d’inverno in mezzo agli iceberg e a foche e pinguini, la quarta aveva visitato i Paesi dell’Oriente e la quinta le coste abitate dagli animali selvatici.

Arrivò infine il suo turno. La sirenetta si diresse verso un paese abitato dagli uomini e vide una sontuosa nave che faceva vela in mare aperto.

Sopra c’era il principe di quel Paese, che partiva per un viaggio, le sembrò il giovane più bello che avesse mai visto. Di colpo scoppiò una tempesta spaventosa, e il principe fu spinto in acqua: la sirenetta nuotò per salvarlo, riuscì ad afferrarlo e lo portò in superficie, verso una vicina spiaggia. Lo lasciò lì e vide una ragazza con altre giovani che si precipitavano al suo soccorso.

Si era innamorata del principe, ma sapeva che una sirenetta non poteva amare un mortale, sapeva che esistevano leggi ferree nel suo mondo. I giorni passavano e la sirenetta era sempre più triste, voleva rivedere il suo amato principe ad ogni costo. Nelle profondità di un abisso c’era una strega, temuta da tutti, ma di cui si diceva sapesse fare prodigi eccezionali. Tutti ne avevano paura, anche la nostra Sirenetta, che però si convinse che era l’unica che poteva aiutarla. Per cui partì alla volta dell’abisso, passando in mezzo a meduse, piovre, serpenti ed altri mostri marini che proteggevano l’antro della maga.

La Strega la accolse bene: “Sai che noi creature del mare non possiamo amare un mortale, salvo che al prezzo di sacrifici immensi. Posso farti un filtro, ma tu dovrai in cambio darmi la tua voce. Sappi che se il tuo principe ti preferirà ad un’altra, tu non sopravviverai e ti scioglierai come neve. Ora decidi tu se accettare o meno!” La Sirenetta accettò: perse la sua voce subito, ed andò in superficie con in mano il filtro magico della strega. Nuotò fino alla spiaggia dove aveva lasciato il principe, bevve l’intruglio magico che le aveva dato la strega e dopo dei forti capogiri svenne.

Quando riprese conoscenza, la sua coda da pesce si era trasformata in due bellissime gambe. La Sirenetta si alzò in piedi, ma ad ogni passo cadeva in terra, non era ancora abituata ad usare “le sue nuove gambe”. Il principe intanto camminava sulla spiaggia sperando di incontrare la ragazza che lo aveva salvato, quando ad un tratto la vide e fu subito incantato dalla sua dolcezza. La Sirenetta non poteva più parlare né cantare ed era molto difficile per lei farsi capire e soprattutto conquistare l’amore del principe. Il principe la portò a palazzo e le mostrò tutte le meraviglie del suo reame. Le parlava e provava piacere a confidarsi con lei.

“Sai”, le disse un giorno, “mio padre vuole combinarmi un matrimonio, ma io non voglio sposarmi. Io sono innamorato della fanciulla che mi ha soccorso quel giorno in cui ho avuto il naufragio, amo solo lei… Piuttosto mi sposerei con te, che sei dolce e devota, che con una persona che non conosco!” La Sirenetta stava zitta, ma era felice di sentire quelle parole.

Venne poi il giorno che la figlia di un re vicino arrivò per fidanzarsi con il principe. Il giovane era disperato, e si confidò ancora con la Sirenetta. Ma bastò incontrarla perché riconobbe in lei la giovane che l’aveva raccolto sulla spiaggia. “I miracoli avvengono!”, disse il principe alla Sirenetta. Lei era disperata: sapeva che era tutto perduto. Ci furono grandi festeggiamenti per il fidanzamento dei due principi, su una splendida nave.

La Sirenetta guardava il mare, sapendo che quella notte per lei sarebbe finita. Ad un tratto vide uscire dalle onde le sue sorelle: avevano fatto tagliare i loro meravigliosi capelli lunghi. “Abbiamo parlato con la strega”, dissero loro, “ed abbiamo sacrificato i nostri capelli per avere questo pugnale magico. Dovrai uccidere il principe e la sua fidanzata, e poi buttarti in mare: ridiventerai sirena e sarai felice con noi per sempre!”

La Sirenetta prese il pugnale magico e fu tentata di mettere in atto il suggerimento delle sue sorelle, ma poi capì di non poterlo fare e si buttò in mare, sperando di avere una morte rapida. Ma non diventò spuma: vide che saliva verso il cielo, sotto forma di bollicine. Intorno a lei c’erano altre creature come lei: “Benvenuta tra noi, la tua generosità ti ha salvato: veglierai sugli uomini per i prossimi secoli, e poi avrai anche tu un’anima come loro!”