E quando arriva un fratellino/sorellina? Che succede?

Ho passato una vita intera con mamma e papà in qualità di figlio unico, centro del loro universo, oggetto di ogni attenzione e destinatario di ogni regalo.
Mamma e papà mi hanno imbrogliato per anni, illudendomi di essere il risultato perfetto del loro amore, la cosa più preziosa e importante della famiglia.
OK, forse il mutuo sulla casa viene prima di me nella classifica delle cose importanti e lo posso accettare tutto sommato.
Ma quando finalmente, dopo tanta fatica, sono quasi riuscito a instillare il mio ordine in casa e a imporre la mia routine sonno/veglia, mamma e papà se ne escono con un discorso che definirlo assurdo è fargli un complimento: “Sai amore, tra qualche tempo ti arriverà un fratellino o una sorellina con cui giocare… che ti vorrà un sacco di bene e con cui ti divertirai tantissimo! Vedrai che bello! Sei contento?”.
Secondo voi, una persona sana di mente come dovrebbe prendere queste dichiarazioni?
Dopo qualche minuto di totale, attonito mutismo, dato dallo shock di tale rivelazione, chiederei:
1 Ma quando dite “ti arriverà” un fratellino/sorellina, intendete che mi colpirà come il raffreddore?
2 Vi scappava proprio di farne un altro? Non bastavo io?
3 State dipingendo la cosa come estremamente spassosa ma mi puzza di fregatura.
4 Perché mi chiedete se sono contento? Ormai la pagnotta è in forno, mi dovevate consultare prima di partire con l’assemblaggio del “coso” che mamma ha in pancia, sarò piccolo ma mica scemo!
Alla fine mi limito a chiedere: “Cos’è un fratellino/sorellina? Si mangia? Se ci gioco si rompe?”.
Lo so di cosa parlano ma non posso trattenermi dal recitare la parte dell’infante psicopatico/posseduto, solo per il gusto di vedere il loro sguardo terrorizzato.
Ecco, questo è quello che non si dovrebbe fare quando si decide di mollare la bomba del futuro membro della famiglia in arrivo: vendere la cosa come fosse un affare tutto rosa e fiori. Non lo è e lo sanno tutti.
Vero, dipende dalla differenza di età tra i fratelli e dai caratteri di tutti, ma certe cose dovrebbero essere chiare fin dall’inizio perché molto probabilmente accadranno.
Tipo pianti continui, risvegli notturni ripetuti, tempo di attenzione nei miei confronti dimezzato, stanchezza generale galoppante, priorità riviste e corrette (senza la mia supervisione).
Insomma, aggiungere un membro nuovo a una famiglia è un passo piuttosto importante e intortare il più giovane del gruppo non aiuta.
Cosa propongo?
Fornire la versione dei fatti con un quantitativo di verità adeguata alla mia età, accompagnato da esercitazioni pratiche in previsione dell’arrivo del futuro membro di famiglia.
Vi faccio qualche esempio:
1. Sicuramente io e mio fratello (sorella) giocheremo insieme, un giorno. Voglio dire, prima o poi accadrà che troveremo un accordo su come gestire i giochi e gli spazi di casa, ma mica è garantito che succederà ogni giorno per il resto della nostra vita! Quindi non indorate la pillola.
2. Sarò geloso e lui sarà invadente: nonostante sia giusto sottolineare il fatto che tra fratelli ci si vuole bene, non bisogna dimenticare che nessuno di noi due ha preso parte alle decisioni di mamma e papà di procreare. Tradotto significa che volenti o nolenti dobbiamo imparare a convivere.
3. Per quanto possa comprendere che lui è più piccolo e delicato di me, sarebbe meglio se prima che nascesse, mamma e papà mi facessero fare pratica con un bambolotto, giusto per capire la differenza tra il tenerlo in braccio e agguantarlo con una mossa degna di Hulk Hogan.
4. Fatemi partecipare alla preparazione dell’ambiente che lo accoglierà: potrebbe passarmi per la mente di manomettere le viti del lettino o sabotare i biberon ari invece mi sentirò partecipe dell’evento senza pensare di venire messo da parte.
5. Continuate a dirmi che mi volete bene e quando un giorno lui/lei arriverà, cercate di avere momenti della giornata in cui passate del tempo solo con me: io sono disposto ad amare quel coso rumoroso e puzzolente, ma vorrei che capiste che rinuncio a una posizione di privilegio, fidandomi del fatto che un fratellino o una sorellina sono un dono prezioso per cui vale la pena qualche sacrificio.