due bambini con il librone degli incantesimi, Coccole Sonore

Il librone degli incantesimi – Storie per bambini

Chi non vorrebbe avere il librone degli incantesimi per uscire da un brutto impiccio o una difficoltà imprevista!?! È proprio quello che è capitato ai due fratellini della fiaba Il librone degli incantesimi. In mancanza del librone degli incantesimi, la fiaba ci insegna a superare le paure con la nostra astuzia e intelligenza. Questa fiaba è stata scritta da Ludwig Bechstein, letterato, storico e filosofo tedesco che fu autore  di alcune raccolte di fiabe tratte dalla tradizione popolare tedesca. Buon divertimento!

Leggiamo insieme…

In una lontana valle solitaria, viveva da tanti anni un vecchio mago che, a causa della sua cattiveria e delle sue stregonerie, era stato cacciato dal paese e spinto ai confini del bosco. Tutti i bambini del paese conoscevano la leggenda del vecchio mago e, seguendo le raccomandazioni degli adulti, evitavano di avventurarsi nel bosco. “Non lasciatevi tentare dalla curiosità…” – diceva il vecchio saggio del paese – “se il mago dovesse vedervi anche da lontano, non avreste più scampo. Vi catturerebbe in un baleno e allora …” I bambini tremavano al solo sentire nominare il mago e i suoi terribili incantesimi.

Ma un giorno due piccoli e volenterosi fratellini si incamminarono ai margini del bosco per aiutare i loro poveri genitori: “Mi raccomando, raccogliete più legna che potete, ma state attenti a non addentrarvi troppo nel bosco” – disse loro la mamma “Se non fossimo così poveri, non saremmo costretti a vendere legna per il camino. Ma per fortuna ho proprio due bravi figlioli, intelligenti e ubbidienti…”

E guardando i due fratellini incamminarsi, la mamma tornò al suo lavoro. Il più grande dei due, dopo qualche ora, aveva già raccolto tutta la legna del prato che li separava dal bosco, e, avendo ancora un po’ di spazio nella sua cesta, si rivolse al fratellino: “Fratellino, qui non c’è più niente da raccogliere, proviamo ad entrare un po’ nel bosco. Lì sicuramente ci saranno tanti bei rami. E se porteremo a casa tanta legna, la mamma sarà ancora più contenta.” “Ma non possiamo entrare nel bosco” – aggiunse con aria preoccupata il fratellino minore. “Sai bene che il perfido mago potrebbe vederci e catturarci, già tremo al solo pensiero.” Ma il fratello maggiore, sicuro di sé e per niente preoccupato, riuscì a convincerlo ad incamminarsi verso il bosco. “Stai tranquillo, saremo prudenti e non ci allontaneremo mai dal sentiero, ci metteremo solo pochi minuti e faremo felice la mamma.”

Ma non appena i due fratellini iniziarono a raccogliere il resto della legna, il mago si accorse di loro e iniziò a costruire una grossa rete di fronde. “Sono proprio due bei bambini” – disse il brutto mago appostato dietro un alto albero – “li catturerò subito e li imprigionerò nella mia vecchia capanna.” E con un balzo, lanciò la rete e catturò i due sfortunati piccoli che nulla poterono contro la forza e la cattiveria del mago. “Aiuto! Aiuto!” “È inutile gridare tanto – Ha ha ha… – qui non vi sentirà nessuno”

I fratellini, spaventatissimi, si ritrovarono ben presto in una grande gabbia di bambù all’interno della capanna del mago, nel cuore del bosco. “Smettetela di piagnucolare, ora sono stanco, mi farò una bella dormita. A voi penserò tra qualche giorno, con tutta calma. Ha ha ha ha…” Il mago uscì dalla capanna e iniziò a russare sdraiato sull’erba, proprio di fronte alla porta. Il fratellino più piccolo si gettò in braccio al maggiore, e piangendo disse: “Qui fa molto freddo, la mamma sarà preoccupata, ti prego, fuggiamo prima che si svegli!” Ma il fratello maggiore, che era più saggio, rispose: “Quel cattivo mago è così sapiente che con le sue magie ci ritroverebbe subito! Aspettiamo un po’. Per ora non possiamo proprio far nulla!”

Dalla gabbia si vedeva chiaramente un grosso libro nero polveroso sporgere dallo scaffale. “È di certo il libro degli incantesimi quello. Se solo riuscissi a sporgermi un po’ di più… ecco… forse ci sono quasi….” Con grande abilità, il fratellino era riuscito ad allungare la mano e far cadere il libro proprio vicino alla gabbia. E appena lo prese in mano disse: “Guarda qui! Ci sono scritti tutti gli incantesimi che servono al mago per le sue stregonerie! Ho deciso” – disse dopo un po’ – “Mi metterò in un angolo e cercherò di imparare qualche formula magica. Quando ne avrò imparate molte, troveremo il modo di scappare”.

Per fortuna, il mago era molto stanco, e dormì per molte ore, lasciando ai due astuti bambini tutto il tempo di studiare le formule magiche di cui avevano bisogno. Finché il fratello maggiore esclamò: “È arrivato il momento giusto! Ho imparato alcuni incantesimi che ci libereranno e che potranno esserci utili in caso di pericolo: stai indietro fratellino mio… Libro, librone – con tutta la tua forza – e con tutta la mia rabbia – apri la porta di questa brutta gabbia”. La gabbia si aprì, si presero per mano, e usciti dalla loro prigione, scavalcarono la finestra della capanna e cominciarono a correre lungo il sentiero del bosco.

Il mago intanto, si era appena svegliato tutto infreddolito e di cattivo umore. Entrò nella capanna e andò subito verso la gabbia per sfogare la sua collera. I due bambini erano spariti! “Me la pagheranno cara!” – urlò fuori di sé. “Venga a me la freccia magica” e subito una freccia magica gli indicò la direzione che i bambini avevano preso. Il mago si mise a correre infuriato e stava quasi per raggiungere i piccoli quando il fratellino, ormai disperato, si ricordò della formula magica: “Libro librone – per il sangue del drago – per la barba del mago – trasformami all’istante in un bel lago”. Immediatamente il bambino fu trasformato in un bel laghetto azzurro e il suo fratellino diventò un pesciolino che nuotava allegramente nell’acqua.

Il mago capì subito cosa era successo e in tutta fretta tornò a casa a procurarsi canne e reti per pescare il pesciolino. Ma appena si allontanò i due bambini ripresero le loro sembianze e continuarono a correre lungo il sentiero. Quando il mago tornò, con sua grande sorpresa, non trovò più il lago ma solo un prato acquitrinoso dove saltellavano numerosi ranocchi. Tutto infuriato gettò via reti e canne e interrogata di nuovo la freccia magica riprese l’inseguimento. Verso sera i due ragazzi udirono i suoi passi avvicinarsi a gran velocità. “Ci sta raggiungendo… siamo perduti” “Non piangere, conosco un’altra formula magica… speriamo che funzioni anche questa volta! Libro librone – per il nido sulla grondaia – mi piacerebbe diventare un’aia – con tanto tanto grano – e il brutto mago tienilo lontano”. Subito diventò una grande aia con tanto grano mentre il fratellino divenne un piccolo chicco che si mescolava con tutti gli altri. Quando il mago arrivò scoppiò di rabbia. Era stato giocato ancora una volta! Poi, piano piano si calmò incominciò a riflettere.

“Questa volta, invece di arrabbiarmi tanto, troverò un rimedio infallibile…” – pensò, e dopo alcuni minuti… “Ho trovato! Ho trovato!!!” e, dopo aver pronunciato alcune parole magiche, si trasformò in un grosso gallo nero che cominciò a correre e beccare in cerca del piccolo chicco di frumento. Grazie ai suoi poteri magici aveva appena avvistato il chicco con il fratellino, quando il ragazzo pronunciò l’ultima formula magica che si ricordava: “Gallo nero, gallo nero – non avere troppa fretta – lo sai già quel che ti aspetta – con la volpe ed il levriero!”

Ad una estremità dell’aia il fratello maggiore divenne subito un grosso cane levriero con due file di grossi denti aguzzi. Iniziò a correre verso il gallo nero che, terrorizzato, scappò nella direzione opposta, ma dall’altra parte ecco apparire una volpe dal pelo rosso con gli occhi infiammati e la bocca aperta. Il gallo nero non aveva più scampo, non sapeva da che parte scappare, svolazzava in aria perdendo le penne cercando di ricordare almeno una formula magica. Ma la volpe balzò sul gallo e ne fece un sol boccone.

I due bambini ripresero felici il loro aspetto e si incamminarono verso casa, contenti di essersi liberati per sempre del cattivo mago. I genitori, vedendoli arrivare, li accolsero con gioia e grandi feste. “Mamma, mamma!!!” “Figli miei, siete salvi… che gioia…” Tutto il paese partecipò ai festeggiamenti per la sconfitta del perfido mago e da quel giorno, tutti vissero felici e contenti.